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mercoledì 15 gennaio 2014

TERREMOTO E TANGENTI. LA PANDOLFI CI RIPROVA: "LA POLITICA REAGISCA ALLE CHIACCHIERE CON FATTI CONCRETI PER LA RICOSTRUZIONE"

L’AQUILA- “In questo momento storico parlare di politica è certamente più facile che parlare alla politica. Non parlarne, significherebbe togliere alle persone e alla gente la
Lucia Pandolfi
possibilità di sperare e di sognare. Sperare nel lavoro duro, assiduo e onesto e sognare un futuro più consono alla dignità umana per l'oggi e per il domani”.


Lo afferma la presidente della commissione di Vigilanza del Consiglio provinciale dell’Aquila, Lucia Pandolfi, commentando le ripercussioni politiche dell’inchiesta giudiziaria “Do ut des” su tangenti e appalti nel post-sisma che ha portato alle dimissioni del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.

“Non parlare di politica significherebbe buttare a mare la Carta costituzionale e con essa le persone che ne hanno fatta la storia - ricorda la Pandolfi - Massimi (art. 2), Cattaneo (art. 5), Cavour (art. 8) e ancora Massimi (art. 11) e così via non dimenticando mai che la sovranità appartiene al popolo cioè a tutti noi”.

Per la presidente “tutti noi dobbiamo essere in grado, pur in un momento di difficoltà di reagire, guardare ai fatti concreti non badando alle chiacchiere o, peggio ancora, al chiacchiericcio a espressioni pronunciate a metà e a frasi dette o non dette, dobbiamo, in una frase, agire per il bene della nostra collettività così duramente colpita”.

“Inutile in questo momento addossare responsabilità, a questo ci penserà spero la magistratura e, mi auguro, con la maggiore celerità possibile - conclude - utile, viceversa, rimboccarsi le maniche e agire, fare, operare e credere negli obiettivi che ci siamo prefissi: la ricostruzione della città e dell'intero ‘cratere’ non solo delle case e dei palazzi ma anche della vita stessa nella interezza”.


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