Giancarlo De Risio per 'AquilaTv Televisione Web'
Si decide a Roma in questo fine settimana il destino
di Massimo Cialente da cui il Pd nazionale sembra aver preso le distanze dopo
lo scandalo delle tangenti del terremoto. Secondo quanto s’è appreso da fonti solitamente
bene informate, la
dirigenza renziana del partito (e lo stesso Renzi) addebita al
sindaco dell’Aquila precise responsabilità politiche. Cialente conosceva bene
le persone che aveva voluto in giunta o nel gruppo che gestiva il post
terremoto.
Sapeva quale fosse il loro passato, le loro vicende personali che
avevano procurato guai, come nel caso di Tancredi, alla stessa giunta Tempesta,
dunque doveva lasciarle fuori. Come doveva lasciare fuori dalla ricostruzione
quei dirigenti (leggi Di Gregorio) finiti sotto inchiesta sia pure per altre
vicende che non stiamo qui a ricordare anche se sono ben note.Matteo Renzi e Massimo Cialente |
E’ questo che i vertici nazionali del Pd
rimproverano a Massimo Cialente e che potrebbe indurlo a quelle dimissioni
spesso annunciate e mai date. Le dichiarazioni del ministro Trigilia sono
soltanto marginali, non c’entrano come invece vorrebbe far credere il sindaco,
mentre c’è un’altra bufera che si addensa all’orizzonte. Gli interrogatori di
garanzia degli inquisiti che cominciano lunedì, tra cui quello del vice sindaco
Roberto Riga, cacciato dalla giunta dallo stesso Cialente, potrebbero
scoperchiare altre pentole, portando alla luce altri particolari capaci di
minare in maniera decisiva la stabilità della giunta in carica. Si dimetterà il
sindaco? C’è chi si dice sicuro che si stratta di una scelta obbligata e chi
invece ritiene il contrario, ma tutto dipende dalle ciò che il Pd deciderà a Roma.
Quel che è certo è che Renzi vuole “tagliare tutti i
rami secchi” e che questa storia delle tangenti aquilane legate al terremoto lo
avrebbe “molto infastidito”. Le dimissioni di Cialente porterebbero all’arrivo
di un commissario? Non sarebbe un gran danno. E chi l’ha detto, si fa notare,
che il commissario non potrebbe avere ‘poteri speciali per la ricostruzione’almeno
fino a nuove elezioni a maggio? Certo è che la sorte del sindaco aquilano sembra
appesa a un filo che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.
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