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venerdì 10 gennaio 2014

TERREMOTO E TANGENTI. ”500.000 EURO CHE VOLETE CHE SIANO?”. CIALENTE NEL TRITACARNE DEL 'WEB' PER UN’AFFERMAZIONE INFELICE


GdR per LAquilaNews

“Cinquecentomila euro, che volete che siano”. Un’affermazione infelice, un’esternazione imprudente, qualcosa più di una gaffe, insomma una
Massimo Cialente nella bufera
‘cialentata’ che ha mandato su tutte le furie il popolo della rete. Il sindaco se ne è uscito con questa espressione parlando del giro di corruzione al centro dell’inchiesta della magistratura aquilana sulle tangenti del
terremoto. Come dire che, a volere stringere, si tratterebbe di poca roba a fronte del can can montato attorno al Comune dell’Aquila da televisioni, giornali, siti di informazione, blog e quant’altro. Per questo la gente ha reagito male e si è scatenata sulla rete, com’era ovvio che fosse. Come “che sono 500.000 euro” sindaco Cialente? A parte il fatto che non è lecito sottrarre nessuna cifra, anche piccola alla cosa pubblica, come si fa a dire “cinquecentomila euro che sono?” quando tanti cittadini non riescono arrivare a fine mese e molte aziende sono costrette al fallimento per molto meno?

Siamo convinti che Cialente non abbia ben ponderato quelle parole, che in fondo non le pensi, o che volesse dire altro. Come siamo certi che la sindrome d’accerchiamento, il vedersi suo malgrado al centro di una vicenda che lo ha sconvolto e che mette in pericolo la stessa ricostruzione, il sentirsi ‘tradito’ e ‘abbandonato’ gli abbia fatto perdere il senso delle proporzioni. Ora al sindaco resta una sola scelta, oltre a quella di chiedere scusa agli aquilani: fare pulizia, cambiare dirigenti, funzionari, anche impiegati laddove serve, ridare slancio alla ‘macchina’ del Comune per evitare che si fermi del tutto.

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