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domenica 7 luglio 2013

L'AQUILA, SI E' INSEDIATO IL NUOVO ARCIVESCOVO: "VI PORTERO' IN BRACCIO COME LA MADRE UN FIGLIO"

L’AQUILA- Con una cerimonia solenne in Santa Maria di Collemaggio si è insediato il nuovo arcivescovo monsignor Giuseppe Petrocchi, quindicesimo della storia dell’arcidiocesi aquilana e quinto arcivescovo metropolita. La cerimonia è avvenuta davanti ai fedeli aquilani, ai sacerdoti dell’arcidiocesi e alle autorità, con una messa solenne nella Basilica dove settecento anni fa fu chiamato al soglio pontificio Pietro Angeleri, l’Eremita del Morrone,
Il nuovo arcivescovo monsignor Giuseppe Petrocchi
divenuto papa col nome di Celestino V poi fatto santo. Monsignor Petrocchi è arrivato
all’Aquila nel primo pomeriggio e come da programma si è soffermato in preghiera davanti alla Casa dello Studente e poi ha fatto visita al Duomo cittadino disastrato dal terremoto.
La cerimonia ufficiale è cominciata davanti alla Basilica di Collemaggio dove l’arcivescovo ha trovato ad accoglierlo le autorità con in testa il sindaco Massimo Cialente, l’arcivescovo uscente monsignor Giuseppe Molinari e un gran numero di fedeli giunti in gran numero anche da Ascoli Piceno, di cui monsignor Petrocchi è originario, e dalla diocesi di Latina dove è stato vescovo per 15 anni.

LA CITTA’ DISASTRATA CHE DEVE RISORGERE


“Non possiamo non avvertire- ha detto monsignor Petrocchi all’omelia- un sussulto nell’anima. Infatti, stanno sotto gli occhi di tutti i segni impietosi della tragedia che ha colpito questa città e la sua gente. Eppure il Signore desidera che non prevalgano in noi i toni della tristezza: Colui che abbiamo creduto Amore ci chiede di non lasciar riecheggiare, nella nostra anima, solo i tocchi mesti delle campane a lutto, ma ci invita, come il giorno di Pasqua, a suonare a festa le campane del cuore. Eppure il Signore conosce bene le devastazioni - umane e materiali - che hanno lacerato questa città e legge perfettamente il racconto scritto con lacrime e sangue sui recenti annali de L’Aquila. Sì, con profonda commozione mi metto in ginocchio di fronte ai 309 martiri del terremoto e davanti alle loro famiglie. Con questi sentimenti mi viene da dare un titolo alla narrazione del sisma: “La Passione secondo gli Aquilani”!

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