di GOFFREDO PALMERINI
MARCINELLE
(Belgio) – La voce gli si secca in gola, a Sergio
Aliboni, all’ingresso del cimitero di Marcinelle,
quando gli occhi s’inumidiscono. “Ho sentito le vostre voci e mi sono commosso.
Io lavoravo alla taglia con gli abruzzesi. Grazie per essere venuti, questa è
casa
Boi du Cazier, la miniera maledetta |
BOIS DU
CAZIER, LA MINIERA MALEDETTA
Un’intera
giornata di lavori è programmata il 28 a Marcinelle,
all’interno di Bois du Cazier, la
miniera maledetta dove alle 8 e 10 dell’8 agosto 1956 scoppiò l’inferno, con l’incendio
AL
MEMORIALE CON UN CUSCINO DI FIORI
Al cancello
del cimitero i minatori si schierano in due file. I consiglieri della Regione
Abruzzo Franco Caramanico, Riccardo Chiavaroli, Emilio Nasuti, Antonio Prospero, Berardo
Rabbuffo, il vice presidente del CRAM Franco
Santellocco e il sindaco di San Salvo Tiziana
Magnacca, muovono verso il memoriale, vi depongono un cuscino di fiori, vi
sostano chini per alcuni minuti.
Il castello di Monceau |
Poi, il
mesto corteo lascia il memoriale e guadagna lentamente l’uscita del cimitero. I
minatori chiedono da dove provengano questi abruzzesi. Parlo con uno di loro, Luigi Andreatta. Partì per Marcinelle nel 1955 da Baselga di Piné, paesino in provincia
di Trento, aveva 19 anni. “Mi rimane poco da vivere – mi dice – ho il 100% di
silicosi, entro ed esco dall’ospedale, ogni tanto mi lascia respirare, come
oggi per essere qui con voi.
ALIBONI: “NON
FARE AGLI IMMIGRATI CIO’ CHE FU FATTO A NOI”
“Se posso dire una cosa agli italiani – dice Aliboni – dico loro di non fare agli
immigrati quel che fu fatto a noi. Il pane che guadagnavamo aveva sette croste.
Sogno di far venire Papa Francesco
in questo luogo simbolo dell’emigrazione, egli figlio di un emigrato”. Entriamo
nella miniera. Il primo luogo di questa via crucis è la stanza del Memorial. Le foto di tutte le vittime,
con le loro generalità, pendono dal soffitto, mentre la voce in sottofondo
chiama uno alla volta i nomi e la loro provenienza. Mi ricorda, questa
atmosfera e questo rito, la visita al memoriale dei bimbi dell’immane
Olocausto, allo Yad Vashem di Gerusalemme.
CINQUE
VITTIME, TUTTE DELLA STESSA FAMIGLIA
Mi avvicino
a leggere i nomi. Mi fermo davanti alle foto di cinque vittime, erano tutti della
stessa famiglia, di Manoppello: Iezzi Camillo, Rocco, Donato, Vincenzo, Orlando. Vedo Rita Blasioli, delegata del Brasile nel
CRAM, che si asciuga le lacrime. Lei è di Manoppello,
da dove provenivano 23 delle vittime abruzzesi, le altre da Lettomanoppello (6), da Farindola (6), da Turrivalignani (9), da Roccascalegna
(6), da Castel del Monte (2), e con
una vittima, da Alanno, Elice, Rosciano,
Casoli, Castevecchio Subequo, Sant’Eusanio del
Sangro, Ovindoli e Isola del Gran Sasso. Le altre vittime
italiane provenivano dalla Calabria (4), Campania (2), Emilia Romagna (5),
Friuli Venezia Giulia (7), Marche (12), Lombardia (3), Molise (7), Puglia (22),
Sicilia (5), Toscana (3), Veneto (5) e Trentino (1). Al processo che seguì,
l’unico condannato, in appello, fu il direttore dei lavori. Nel locale delle
testimonianze sono apposte le targhe commemorative, da tutta Europa. Viene
scoperta, con una sobria cerimonia, la targa del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo a ricordo della giornata
del 28 settembre 2013, vissuta per intero all’interno della miniera in segno
rispettoso ricordo di quella grande tragedia.
Il sacrario delle vittime |
I LAVORI
DEL CRAM
I lavori
del CRAM, dopo la prima giornata vissuta a Bruxelles,
con la visita al Parlamento europeo e con l’inizio dell’assemblea plenaria
nella sede della Regione Abruzzo in Avenue Louise 210, riprendono nell’Auditorium della miniera, ricavato
nell’ex fabbricato motori dove ora ha sede il Museo. Una giornata di lavori,
permeata dalle emozioni della mattinata, nella quale intervengono tutti i
componenti del CRAM: consiglieri regionali, delegati provenienti dall’Argentina,
Australia, Algeria, Belgio, Brasile, Cile, Uruguay, Paraguay, Venezuela,
Canada, Stati Uniti, Lussemburgo, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna, Sud Africa, Italia (delegato delle associazioni abruzzesi
fuori regione) e del rappresentante dell’Osservatorio regionale
dell’emigrazione, chi scrive. Ciascuno riferisce sulle attività svolte, sui
progetti da realizzare, sul contributo reso alla terra d’origine
rappresentandone al meglio il volto all’estero..
Di questo
aspetto, riguardante il bilancio del settore emigrazione, si parla nella terza
giornata di lavori, che si tiene al Castello
di Monceau, immerso in un magnifico parco verde. Il CRAM propone un budget
di 700 mila euro per poter dar corso alle politiche dell’emigrazione, con forte
riverbero positivo sulla regione nella promozione dei prodotti
dell’enogastronomia, del patrimonio artistico ed ambientale, nella
valorizzazione all’estero delle eccellenze dell’Abruzzo.
PROSSSIMA
RIUNIONE A MONTEVIDEO
L’assemblea
plenaria del CRAM decide infine di tenere la riunione del 2014 a Montevideo, in Uruguay, accogliendo l’invito della comunità abruzzese, più volte
avanzato negli anni da Mario Lannutti
Bonanni, componente del CRAM. Quindi si conclude, accogliendo con un
fragoroso applauso la notizia che la città capoluogo d’Abruzzo, L’Aquila, è stata scelta dall’ANA
per l’ Adunata Nazionale Alpini del
2015. Infine, con una mozione
approvata all’unanimità, il Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo esprime la più viva adesione
morale delle comunità abruzzesi nei cinque continenti alla Candidatura dell’Aquila
a Capitale europea della Cultura 2019.
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