L'AQUILA-Ci sono notizie sull’orso- sostiene
Wilderness Italiatia-che nessuno pone in evidenza. Invece evidenziano un
malessere: l’orso è sempre più a rischio perché non trova più nel Parco quelle
risorse alimentari che da sempre, era abituato a trovare e che ora va a cercare
altrove: col rischio che a questi altrove si abitui sempre più.
Oggi, col trascorrere del tempo, la
nascita di nuovi cuccioli e la morte di orsi adulti, ci stiamo sempre più
avviando ad avere una popolazione di orsi con altri comportamenti indotti: il
fatto che il cibo per loro non si trova
più nelle zone selvagge del Parco
Nazionale, ma nelle zone coltivate e abitate di fondovalle, specie nei
fondovalle esterni al Parco: Marsica e valle del Sagittario a nord, valli del
medio Sangro ed alto Volurno ad est, e Val Comino e Ciociaria a sud.
Quegli orsi che in questi giorni hanno
bazzicato i circondari di Scanno, Pizzone, Campoli Appennino, S. Donato Val
Comino, Alvito, Picinisco e persino Casalvieri sono tutti a rischio: e se non
sono ancora stati uccisi è solo perché la gente d’Abruzzo, del Molise e della
Ciociaria amano quest’animale, e mai hanno voluto sterminarlo (come, invece,
qualcuno per anni ha cercato di far credere!).
Ma c’è un rischio, un grave
rischio dietro a questi comportamenti “antropomorfi” dell’orso: che qualcuno
decida comunque di farsi giustiziere per difendere le proprie cose e/o per la
propria sicurezza.
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