Il 3 febbraio prossimo. in tribunale all'Aquila, si terrà la terza udienza del processo intentato contro 14 cittadini, rei di aver partecipato, il giorno 9 novembre 2010, ad una manifestazione spontanea contro l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,
nonché di aver inveito nei confronti del Vice Commissario alla Ricostruzione Antonio Cicchetti. In previsione di questa udienza, l'Assemblea Cittadina ci ha inviato una lunga nota in cui elenca le ragioni del proprio dissenso nei confronti di eventi che hanno caratterizzato la vita della città dalle settimane successive al terremoto a oggi. Severo è il giudizio sull'operato del sindaco Massimo Cialente
Massimo Cialente quando batteva le mani a Siulvio Berlusconi |
Cortesi Redazioni,
la recente attenzione dei mass-media
sulla città terremotata dell'Aquila (gli avvisi di garanzia ed inizio indagini che
hanno riguardato amministratori in carica e non, oltre a funzionari dell’amministrazione civica, le dimissioni
del sindaco Massimo Cialente in seguito ritirate,
le confuse notizie sulle reali risorse finora spese per la ricostruzione), ha
posto sotto una luce più che sfavorevole anche i suoi cittadini, accusati di
essere stati complici d'una diffusa ruberia effettuata ai danni della
collettività nazionale.
"SMASCHERATI IN DUE LIBRI TUTTI I TRIONFALISTICI DISCORSI DI PROPAGANDA GOVERNATIVA"
A fronte di questo pesante giudizio, che
è soprattutto di ordine etico, l'Assemblea Cittadina dell'Aquila, attiva sin
dal febbraio del 2010, allorché il Popolo delle Carriole sfondò la Zona Rossa per
riappropriarsi del Centro storico sequestrato e per rimuovere le macerie, mette
a disposizione due tra i numerosi documenti e libri nel frattempo prodotti: il Libro Bianco "Il piatto è servito"
(a cura dell'Assemblea Cittadina, L'Aquila, marzo 2013 pp. 94) e "L'epopea aquilana del Popolo delle
carriole" (a cura di Antonio
Gasbarrini, Angelus Novus Edizioni, L'Aquila, dicembre 2011, pp.184).
Gli stessi, inviati in formato cartaceo,
sono anche consultabili e scaricabili in versione digitale ai seguenti
indirizzi:
allavanguardia-dellindignazione-hesseliana/
"EDULCORATA LA TERRIBILE REALTA' SOCIO ECONOMICA IN CUI ERAVAMO PRECIPITATI"
Riassumendo in poche righe il loro
contenuto, si può affermare, senza ombra di dubbio, che nei cinque incontri
seminariali, promossi e organizzati a L’Aquila dall'Assemblea Cittadina nel
gennaio-febbraio 2013 (sfociati poi nella redazione del Libro Bianco), venivano anticipati e
conseguentemente smascherati, punto per punto, tutti i trionfalistici discorsi
di propaganda governativa (dell’onnipresente Gianni Letta, dell’allora
Ministro per la Coesione
territoriale Fabrizio Barca e dell’Amministrazione Comunale, Sindaco
Cialente in testa), tesi ad accreditare una versione edulcorata della terribile
realtà socio-economica in cui erano precipitati i cittadini aquilani e quelli
degli altri comuni del cratere sismico.
I negativi eventi verificatisi
successivamente davano ampia ragione alla perdurante diagnosi nefasta emersa
nei cinque incontri demistificatori: Centro storico fantasma; disoccupazione
alle stelle; attività commerciali, artigianali
e professionali pressoché azzerate; popolazione ancora assistita
attestata su circa 20.000 persone.
"L'EPOPEA AQUILANA DEL POPOLO DELLE CARRIOLE"
Quanto all’altro libro-documento L’epopea aquilana del Popolo delle carriole,
è possibile, attraverso testi ed immagini, ripercorrere cronologicamente (dal febbraio
2010 al dicembre 2012) tutte le lotte condotte da migliaia e migliaia di
cittadini, per contrastare le colpevoli insufficienze connesse alla mancata
ricostruzione post-sismica. Va puntualizzato che da parte delle Istituzioni
laiche (Governo e Prefettura in particolare) ed ecclesiali (Curia aquilana) fu
condotta un’accurata campagna mediatica, tesa a delegittimare l’intero
movimento.
Campagna che approdò nel rinvio a giudizio di una sessantina di
aquilani con varie imputazioni (violazione Zona Rossa, cortei non autorizzati,
occupazione locali Regione Abruzzo, ecc). Dei tre processi sinora tenuti, due
si sono conclusi con la completa assoluzione degli incriminati, mentre in un
altro di essi il giudice di primo grado ha emesso nei confronti di quattro
aquilani una sentenza di condanna a sei mesi di reclusione e al pagamento di
un’ammenda.
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