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lunedì 30 dicembre 2013

"UNA CITTA' SENZA SPERANZA DOVE LA POLITICA E' STATA IGNORATA E DOVE PASSA PER UN SUCCESSO IL PRIMO BANDO PER LE CASE ATER A 5 ANNI DAL TERREMOTO E DOVE LA GESTIONE DEL PROGETTO CASE E MAP SI E' RIVELATA FALLIMENTARE. NON UNA PAROLA DI CONFORTO DA CIALENTE CHE ORA GUARDA ALLE EUROPEE, NE' DALLA CURIA SOPRAFFATTA DA IMBROGLI E DA MISTERI"

Alessandra Cococcetta per 'L'Editoriale'.

Nel servizio che il Tg2 ha mandato sulla ricostruzione a Natale, la politica è stata ignorata, e le storie che sono state raccontate, di speranza ancora viva per tornare a
Cialente e Chiodi (sopra). Pezzopane e Moroni
vivere in centro e far rinascere la città, non hanno incluso la politica. Una politica amministrativa che all’indomani del sisma in qualche modo palpitava, si chiedeva se fosse all’altezza, tentò un rimpasto di Giunta che rafforzasse obiettivi e capacità,
entrarono dei tecnici e al di là della bontà del risultato, la cosa buona era che comunque c’era passione per la propria città. 

Oggi l’unico accenno ad un ritorno alla politica lo ha fatto Ettore Di Cesare di Appello per L’Aquila nell’ultimo Consiglio comunale, chiedeva a Cialente, alla luce delle ultime
intercettazioni pubblicate uno slancio, un segno di vitalità e un rimpasto di Giunta, che a cinque anni dal terremoto non interessa più nessuno. L’uno vale l’altro. Tu partito mi dai questo nome? Se alzerà la mano e non farà questioni su urbanistica e faccende delicate mi va benissimo, le quote rosa ci sono, forse no, non c’è problema.

E’ una città che non strilla più, sono resti di un capoluogo dove Gianni Chiodi riesce a far passare come un successo, il primo bando Ater per la ricostruzione pesante, cioè per le “E”, a cinque anni dal sisma, un lustro di dispersione sociale, di inchieste, di sperperi, di disperazione e di gestioni disastrose, come quella del Progetto Case e Map, che ha portato solo milioni di euro di debiti e denunce della Finanza e della Corte dei Conti, dalle quali l’amministrazione Cialente si difenderà, sapendo che non pagherà mai e guai, a chi provi a ragionare sull’incapacità politica a mantenere questi alloggi. 

Le questioni sulla Curia e le inchieste in corso, non hanno fatto uscire una parola di conforto, dalle autorità religiose, non una scusa, nei confronti degli aquilani ormai rassegnati a non tornare in centro e nelle loro chiese. Basta guardarsi in faccia, quando si va in giro, per capire lo sconforto che c’è, e la Chiesa, guida spirituale per i credenti, in questo momento così difficile, ha preferito tacere.

Non una parola di Cialente per i propri concittadini, per dire qualcosa, al di sopra di ogni elezione alle porte, europee e regionali che preoccupano i suoi assessori e forse lui stesso, che guarda a Bruxelles come prossimo giro, per riguadagnare un po’ di
credibilità. Sono festività tristi, oscurate ancor di più da notizie inquietanti, e dal fatto che non c’è un solo successo, in questa ricostruzione dimenticata, per la quale si chiedono solo fondi, gran parte ingoiati dalle periferie, e praticamente il nulla su centri storici, frazioni e ricostruzione pubblica, per qualche struttura, con lentezza da bradipo, si comincia ad aggiudicare qualche gara.

Finché ci sono stati i commissari, l’amministrazione civica si è battuta per un governo più capace, per la trasparenza, per far rientrare la gente nelle case e in centro, e far partire la ricostruzione pubblica, delle frazioni e dei beni culturali, con una gestione alla luce del sole, in nome della quale rendere pubblici i criteri con cui controllare l’assistenza alla
popolazione. Finiti i commissari, e sfiniti anche quei pochi consiglieri capaci, calma piatta, rotta di tanto in tanto da qualche esternazione di Cialente, direttamente dal suo profilo fb, pronto a fulminare chiunque non lo celebri decantando il suo operato. Che continuiamo a non vedere, alla città manca un Piano regolatore, un’idea di futuro, una macchina ed una Giunta capaci di affrontare il momento storico. 

Un Consiglio, che propone ed interroga sempre troppo poco e in prospettiva solo l’assistenza cronica, la cantilena dei fondi per i privati senza cercare contezza del resto, dalla ripresa economica, per cui continua a valere il si salvi chi può, alla ricostruzione pubblica, per la quale hanno rimodulato ogni previsione Cipe, della quale resta ormai ben poco, quel poco che gli amministratori neanche sanno.

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