“Nel trasferimento di Fabrizio Magani c’è la grossa
responsabilità del Governo, ma forse anche la volontà di Magani. E’ vero che il
Governo dimostra di non ritenere la ricostruzione dell’Aquila una priorità,
nonostante la visione troppo ottimistica del
direttore dell’Ufficio Speciale,
ma ci sono tanti soggetti politici, dirigenti della Pubblica Amministrazione e
professionisti, che stanno utilizzando il palcoscenico dell’Aquila per fare
carriera, o come trampolino di lancio per incarichi più importanti.
Massimo Cialente e Lelio De Santis |
"Lo stesso direttore regionale della Sovrintendenza ai beni
culturali viene destinato alla vice direzione del progetto Pompei per decisione
incomprensibile e grave del ministro Bray ma, probabilmente, anche con il suo
consenso.
"Siccome nelle Pubbliche Amministrazioni non si impone mai
nulla a nessuno, Fabrizio Magani potrebbe rifiutare il nuovo incarico e
rimanere a L’Aquila, per completare il lavoro importante avviato nella gestione
del recupero dei beni culturali della città.
Se così facesse non si bloccherebbero i progetti di
ricostruzione in corso di monumenti ed opere pubbliche e, nello stesso tempo,
si darebbe un segnale di sensibilità e attaccamento ad una città che ha bisogno
delle migliori energie professionali per rinascere.
"D’altra parte, oggi, governare L’Aquila richiede, più di
altre città, stabilità e certezza dei vertici amministrativi e gestionali, per
assicurare continuità alla ricostruzione che, purtroppo, dispone per il 2014
poche risorse, visto anche che provvedimenti legislativi di fine anno hanno
riservato agli aquilani solo cenere e carbone.”
Nessun commento:
Posta un commento