Si
stringono i tempi per L’Aquila Capitale europea della Cultura nel 2019.
Dopodomani, lunedì, sarà presentato nell’aula consiliare del Comune il
documento con cui la candidatura sarà formalizzata in modo ufficiale. E’ un
altro passo verso questo importante appuntamento. L’amministrazione è
orgogliosa di aver preso l’impegno, il Consiglio comunale è mobilitato, e il
Palazzetto dei Nobili, simbolo della città che rinasce, è stato scelto come la
sede naturale di un evento che segnerà una svolta per la cultura di questa
città.
Insomma
tutto bene sinora. Ma poi? Quali saranno i passi successivi fino al 2019? E una
volta che L’Aquila sarà stata scelta, com’è negli auspici, saremo nelle condizioni
di far fronte alla complessità dell’evento?
Il Palazzetto dei Nobili |
Non nascondiamocelo: oggi la città
è impreparata, non ha le strutture per una manifestazione del genere. Non le
aveva prima del terremoto, figuriamoci adesso. Il sindaco Cialente e la giunta
affermano che il cronoprogramma della ricostruzione del centro storico sarà
trainante per un evento come quello dell’Aquila Capitale europea della Cultura.
Ma sarà possibile rispettare il cronoprogramma? C’è chi dice che tra 36 mesi,
ossia fra tre anni, torneremo allo ‘struscio’ sotto i Portici. Ma qualcuno è
scettico, e ha già avanzato riserve, dubbi e perplessità. Altri hanno
addirittura affermato che la città potrebbe non essere pronta neppure per il
2019. Insomma c’è solo da incrociare le dita. Di là dall’euforia e dal comprensibile
entusiasmo, bisogna tener ben presente che le difficoltà da superare non
saranno né poche né lievi.
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